Il Mare in Salento, tra Ionio e Adriatico
Per secoli il Salento ha avuto paura del mare. Da lì, sin dall'antichità piú remota, sono arrivati gli attacchi piú violenti e feroci. Non é un caso che lungo la fascia costiera, se si esclude Gallipoli sullo Ionio e Otranto e Roca sull'Adriatico, non vi sono centri significativi, se non quelli che si sono sviluppati a cominciare dalla fine dell'Ottocento e i primi decenni del secolo scorso. Con Otranto e Gallipoli, città fortificatissime, al centro sempre di attacchi e sopraffazioni di ogni genere, c'é anche Castro che, in verità, data la sua posizione, in alto com'é, il mare lo ha sempre dominato.
I Messapi, la piú antica delle popolazioni della provincia, costruirono le città all'interno, distanti dal mare, anche se disponevano di porti attrezzati. Ugento aveva l'attuale Torre San Giovanni, Vereto aveva la marina di San Gregorio, dove ancora oggi nel piccolo porto vi sono tracce evidenti di età messapica; Cavallino e Lecce e, forse, il porto di Roca. Non é un caso che i Messapi siano passati alla storia come allevatori di cavalli, non già come come popolo di navigatori.
Anche durante la dominazione romana il Salento non si affacció piú di tanto sul mare: la costa si impaludeva sempre di piú, la malaria colpiva duro la popolazione, ma si preferiva l'impaludamento, che per certi aspetti era anche una sorta di linea di difesa naturale, al rischio di vedersi mozzare la testa dalla spada o dalla scimitarra di pirati e scorridori della peggior risma. E che non esistessero centri costieri lo si evince anche dalla cartografia: se si escludono Otranto e Gallipoli, segnalati sin dalle piú antiche carte, non vi si fa cenno ad altri. Non é un caso che Piri Re'is, il cartografo ammiraglio turco che disegnó nel primo ventennio del Cinquecento anche il Salento, sulle carte diede una puntualissima descrizione di Gallipoli,. della costa adriatica con Otranto e la fortificazione di roca, ma non fece cenno ad altri insediamenti, se non a quelli interni, e alla chiesetta di Leuca posta tra le ultime propaggini delle Murge salentine che sprofondano nel Mediterraneo. Il mare, per questo, non é stato fonte di vita, ma di paura e di lutti. Ecco perché solo negli ultimi secoli, a partire dalla fine del Settecento, a pericolo di assalti corsari diminuito, si é potuto pensare lentamente al mare come ad una utile fonte di ricchezza, e si é sviluppata la pesca e il commercio marittimo.